Caltagirone e Milleri nel mirino della Consob: rischio OPA miliardaria su Generali
La battaglia per il controllo delle Generali si riaccende con una bomba che potrebbe far tremare i palazzi della finanza italiana. Francesco Gaetano Caltagirone e Francesco Milleri rischiano di dover mettere mano al portafogli per un'operazione da capogiro.
L'incubo dell'OPA obbligatoria
La Consob potrebbe costringere Caltagirone e soci a lanciare un'offerta pubblica di acquisto sull'intero capitale di Generali. Una mossa che farebbe tremare anche i più ricchi d'Italia: sommando le quote del costruttore romano, di Mps-Mediobanca e di Delfin, si arriva al 29,5% del capitale.
Con Generali che vale in Borsa 52 miliardi di euro, l'esborso per i presunti concertisti potrebbe superare i 35 miliardi. Una cifra che farebbe impallidire anche i più facoltosi imprenditori del Paese.
La procura di Milano fa paura ai mercati
L'inchiesta della procura di Milano ha mandato nel panico la comunità finanziaria. Tutti si chiedono cosa succederà ora che i magistrati hanno messo nel mirino l'operazione che doveva ridisegnare gli equilibri della finanza italiana.
La Consob e la BCE potrebbero muoversi autonomamente dall'andamento del procedimento penale. Se la Commissione dovesse confermare che "è stato violato l'obbligo di OPA totalitaria per il superamento della soglia del 25%", scatterebbe l'obbligo dell'offerta in contanti.
Il nodo del controllo bancario
Ma i guai per Caltagirone e Milleri potrebbero non finire qui. La Banca Centrale Europea ha autorizzato sia Delfin che Caltagirone ad arrivare al 20% di Mps senza prenderne il controllo, dato che non hanno i requisiti di capitale per essere considerate holding bancarie.
Se però la BCE dovesse ritenere, alla luce delle carte della procura, che i due soggetti controllano effettivamente Mps, potrebbe imporre gli stringenti obblighi di capitale tipici delle holding bancarie. Un colpo che metterebbe in ginocchio anche i patrimoni più solidi.
Il tempo stringe per Savona
L'8 marzo scadrà il mandato settennale di Paolo Savona alla presidenza della Consob. Resta da vedere se l'authority vorrà imbarcarsi in una delibera così delicata con il proprio presidente in scadenza.
Nel frattempo, c'è chi chiede il congelamento del diritto di voto per il 13% delle azioni Generali che Mediobanca ha in portafoglio, considerando che la compagnia di Trieste sarebbe l'obiettivo ultimo del disegno orchestrato dai concertisti.
Una partita che si preannuncia esplosiva e che potrebbe ridisegnare completamente gli equilibri della finanza italiana.